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VILLACIDRO: UN PO' DI STORIA

A cura di Ignazio Fanni
potecariu

L'AEROPORTO DI TRUNCONI - S'ACQUA COTTA II
1943 - settembre IV

Militari americani nei loro alloggiamentiNon bisogna, però, dimenticare per quale motivo era sorta questa “Little America, a pochi chilometri dal nostro paese e quale era il “lavoro” che i suoi abitanti svolgevano.
L’attività principale era quella di distruggere le vie di comunicazione, soprattutto ponti ferroviari e stradali, che consentivano il rifornimento delle truppe naziste che si opponevano tenacemente all’avanzata delle armate alleate lungo la penisola. Ogni qualvolta il tempo lo permetteva, gli equipaggi di volo salivano sui loro bombardieri e partivano in “missione”. Ogni tanto qualcuno di questi “missionari” veniva intercettato dalla contraerea tedesca e non tornava alla base. Ma prima o poi, aerei e uomini venivano rimpiazzati da nuovi arrivi.
Gli ausiliari di terra, invece, avevano il compito di fare in modo che gli aerei in piena efficienza e riforniti di bombe e di carburante, fossero sempre pronti a partire.
Il resto degli uomini si occupava dei servizi logistici e di fare in modo che la vita della comunità potesse procedere, di giorno in giorno, nel migliore dei modi.
Grande cura veniva posta nell’organizzare il tempo libero di questi uomini.
Ogni giorno c’erano due spettacoli cinematografici e ogni settimana c’era uno show. Alla proiezione dei film collaborava il nostro Emilio Nuscis, che in maniera informale era stato assunto dallo Special Service Office, branca dell’esercito americano che si occupava, appunto, di organizzare il tempo libero dei soldati.

In un primo tempo gli spettacoli si svolgevano all’aperto, al Gas Can Paradise (paradiso – cimitero- dei fusti di carburante vuoti) lungo il pendio della collinetta sulla cui sommità si trovava la Casa dei Matta (ora poco più di un rudere).
Seggiolini in ferro ricavati da contenitori portabombeC’era il telone per la proiezione dei film e, in caso di spettacoli di altro genere, veniva usato come palcoscenico uno di quei autorimorchi enormi che servivano per il trasporto degli aerei. Vicino allo schermo per le proiezioni si trovava anche la stazione radio con la sua grande antenna. In un secondo momento (maggio 1944), tra l’area del 34° e quella del 432° e di fianco al torrente, venne costruito un enorme teatro al coperto, capace di un migliaio di posti a sedere. Le poltroncine erano costituite dai contenitori in ferro dentro i quali venivano trasportate le alette delle bombe (i famosi BANCHITTUS DE FERRU o MESEDDAS DE FERRU , presenti in tutte le case di Villacidro fino quasi ai giorni nostri) e si può immaginare il rumore quando un certo numero di queste mille “poltroncine” veniva strisciata sul pavimento di cemento.
Secondo i ricordi di Emilio Nuscis, a un’estremità di questa costruzione si trovava la cabina di proiezione con un proiettore da 16 mm utilizzato per proiettare i film e un proiettore da 35 mm usato come luce spot durante gli show. In questa cabina c’era anche la branda del nostro Emilio che, durante il giorno veniva ripiegata e sistemata in un angolo. All’altra estremità, però esternamente, si trovano: sulla sinistra l’ufficio dello Special Services e sulla destra quello della Croce Rossa americana diretto da Miss Marion Dever. Per migliorare l’acustica di questo “teatro” , le sue pareti vennero tappezzate con vari strati di coperte cucite insieme con delle macchine speciali che venivano usate per confezionare i teli delle tende.
Gli spettacoli settimanali erano organizzati dall’ USO (United Service Organizations) o dalla Croce Rossa americana. Generalmente si trattava di spettacoli musicali con contorno più o meno nutrito di ragazze. Gli artisti potevano essere americani o sardi.

“Stanotte spettacolo USO, per i quattro squadroni, al teatro del gruppo... Come tutti gli spettacoli USO non era un gran che, ma bisogna tenere presenti le circostanze e che gi artisti sono costretti a lavorare in teatri di fortuna senza l’ausilio di effetti speciali e altre diavolerie. ”

(Thunderbird, 3 febbraio 1944)

“Stasera abbiamo avuto uno spettacolo USO. Sarebbe dovuta essere presente anche Marlene Dietrich ma, a causa di un malore, è stata ricoverata in ospedale a Napoli.”

(Thunderbird, 5 maggio1944)

“Oggi spettacolo USO……Degna di nota l’assenza di sdolcinatezze sentimentali e di retorica patriottica , che rendono così stucchevoli la maggior parte degli spettacoli che ci vengono propinati.” .

(Thunderbird, 22 maggio 1944)

“Lo spettacolo settimanale, che ha luogo prima della solita proiezione della sera, oggi è stato preparato egregiamente. Uno schieramento di bellezze sarde (tutte girl friend dei nostri ragazzi) era il pezzo forte. Le ragazze hanno messo su proprio un bello spettacolo.”

(Thunderbird, 1 luglio 1944)


Ogni tanto le ragazze della Croce Rossa o dell’USO venivano anche soltanto per offrire ai soldati ciambelle e caffè.

“Lucy della Croce Rossa è stata qui per distribuire caffè e ciambelle ai soldati. E’ una cosa che non avviene tanto spesso e, quindi quando avviene, è comunque un evento.”

(Thunderbird, 30 marzo 1944

“Le ragazze della Croce Rossa erano comparse per la prima volta a Telergma. Avrebbero dovuto confortarci con caffè e ciambelle ma certamente facevano un sacco di soldi concedendo i loro favori sessuali. Una scopata costava cento dollari e, se uno era fortunato, per la stessa cifra poteva spassarsela anche tutta la notte. I soldi non avevano nessun valore per noi, così le ragazze non avevano nessuna difficoltà a trovare clienti. Una volta entrai in confidenza con una di queste ragazze che, tra l’altro decise di non voler essere pagata, e le chiesi perché scopasse con tutti. Rispose che in due o tre anni avrebbe messo su una bella fortuna, sarebbe tornata a casa ricca e indipendente e nessuno avrebbe sospettato quel che realmente aveva combinato all’estero. Anzi, avrebbe goduto di un grande rispetto per aver aiutato il proprio paese come volontaria della Croce Rossa.
Io avevo paura di contrarre qualche malattia venerea, per cui non facevo mai sesso senza profilattico. ...

(da: …IN THE CESSPOOL OF POWER – The autobiografy of Frank P. Carnese, di Frank. P. Carnese e Rosalie Tornello, a spese dell’autore, pag. 54)

“Le ultime notizie riportate da alcuni ragazzi di ritorno da Tunisi dicono che la birra è in aumento e che il posto, adesso, è pieno di ausiliarie delle forze armate e sembra che non sia necessaria molta galanteria per rimorchiarne una. Devi solo avvicinarla e agguantarla per un braccio o per i capelli o per qualsiasi altro posto adeguato: niente azioni sleali, mi raccomando. ”

(Thunderbird, 4 febbraio 1944)

“Quando le WAC (ausiliarie delle forze armate) arrivarono a Villacidro, non c’era bisogno di molta galanteria per rimorchiarne una. Dovevi solo andarle vicino,afferrarla per un braccio o per i capelli o per qualsiasi altra posto adatto e portatela a letto.

(da: …IN THE CESSPOOL OF POWER – The autobiografy of Frank P. Carnese, di Frank. P.Carnese e Rosalie Tornello, a spese dell’autore, pag. 54)

Venivano organizzati anche dei veri e propri party, allietati da artisti americani o italiani con profusione di cibi e bevande. A queste feste capitava che venissero invitate anche persone del luogo, ben felici di partecipare, più che altro, per farsi una bella mangiata. Inoltre, una manipolo d’assalto di GI , in genere guidata dall’italo americano Frank P. Carnese (scelto per la sua conoscenza dell’italiano o meglio del suo siculo-italiano) batteva i paesi vicini e meno vicini, alla ricerca di bellezze indigene che avrebbero dovuto fare da dame durante i balli. Per gli ufficiali, addirittura, si mandavano gli aerei, in altre zone dell’Italia liberata, per prelevare ragazze della Croce Rossa americana o dell’USO.

“Quando arrivavano le ragazze della Croce Rossa, i litigi erano una cosa sicura. I ragazzi si azzuffavano per chi dovesse scoparle, ma le ragazze dell’USO erano preda esclusiva degli ufficiali. Per soddisfare le voglie sessuali degli ufficiali, furono addirittura mandati gli aeroplani a prelevare le ragazze e portarle al campo.” .

(da: …IN THE CESSPOOL OF POWER – The autobiografy of Frank P. Carnese, di Frank. P.Carnese e Rosalie Tornello, a spese dell’autore, pag. 91)

Le feste venivano organizzate nel club dei soldati o in quello degli ufficiali a seconda che dovessero allietare la serata degli uni o degli altri

“Gli ufficiali hanno avuto musica a pranzo e a cena, i musicisti erano soldati italiani fatti venire da Iglesias”

(Thunderbird, 7 gennaio 1943)

“Stanotte finalmente, la festa nella mensa truppa. Le tavole sono state portate fuori e un palco di fortuna è stato preparato per l’orchestrina di sette elementi inviataci dal Wing (lo stormo, la cui sede era all’aeroporto di Elmas). Miss Marion Dever, della Croce Rossa, ci ha procurato anche due quartetti di ragazzi di colore che hanno cantato spirituals e musica moderna. Anche gli ufficiali si sono esibiti e perfino il capitano Criswell ha cantato un certo numero di canzoni popolari. E poi cioccolata, noccioline e vino a volontà……E’ la prima volta che viene organizzato un intrattenimento informale di questo tipo. ”

(Thunderbird, 5 gennaio 1944)

“La stagione sociale è scoppiata con una partenza tumultuosa, la scorsa notte, presso la mensa truppa del 34°.
La Croce Rossa americana locale, nella persona di Marion Dever, una ragazza del South Carolina, ha fatto in modo che il party diventasse una realtà.
I personaggi erano molti e le loro performance sono state un’esplosione di varietà e di talento. Un quartetto di colore, il Black Sam (detto anche 5 by 5) ha monopolizzato l’attenzione……La sua versione di MARGIE è stata da KO . Il maggiore Criswell ha suscitato un fragoroso applauso con l’interpretazione di MY BUDDY e di STAR DUST.
A questo punto Miss Denver ha preso un lungo pezzo di spago e ha piazzato ne ha piazzato le due estremità in bocca ad altrettanti GI e ha chiesto loro di fare un’animata discussione e contemporaneamente di continuare a infilarsi lo spago in bocca. Nel mentre lei, si è messa al centro fra i due e, dopo aver stretto fra i denti lo spago, ha promesso un bacio a chi dei due l’avesse raggiunta per primo. Lo spago si è rapidamente accorciato tra il ruggito dei presenti. Quando i due contendenti sono arrivati a lunghezza di braccia, al combattimento verbale hanno aggiunto un’immaginaria scazzotatura. Miss Denver che aveva la sfortuna di stare tra i due era sballottata dai loro sbuffi. Comunque lei è riuscita a rimanere attaccata allo spago e il caporale H. Roth, benché spossato dall’esercizio fisico, dopo aver percorso con un balzo gli ultimi due piedi ha baciato Marion a piombo sulle labbra. Il sergente O.T. Warren, per non essere da meno, dall’altra parte dello spago l’ha baciata pure lui.
Il sergente Leroy Cobb ha suscitato il maggior numero di risate quando come penitenza per aver sbagliato la risposta al gioco della verità è stato costretto a fare l’imitazione di una danzatrice di Hula Hula. Per rendere più realistica la danza, Miss Denver ha portato un reggiseno e una rete per zanzariera.
Un altro numero da sbellicarsi dalle risa è stato quello del soldato semplice A. Burns che ha dovuto recitare l’alfabeto all’indietro e togliersi un capo dell’abbigliamento per ogni sbaglio……..
Alcuni eminenti talenti locali non hanno avuto l’opportunità di intrattenere i ragazzi perché a causa di una sovrabbondanza di candidati non fu possibile farli esibire tutti.
Il simpatico tenente S. Larbabee è stato perfetto come conduttore della serata…………..
Avremmo voluto mandare un mazzo di fiori all’indirizzo di Miss Denver che aveva organizzato la serata…….”

Da “ SCARS AND GRIPES” del 6 gennaio 1944

Ogni giorno veniva pubblicato il giornalino “SCARS AND GRIPES” (cicatrici e mal di pancia, evidente presa in giro del nome del più noto STARS AND STRIPES) la cui pubblicazione a Villacidro era iniziata non appena terminato il trasferimento da Djedeida:

“Da oggi il giornalino del gruppo ha ripreso a uscire come quotidiano. La sua pubblicazione era stata interrotta durante l’intermezzo del trasferimento. Il tenente Levin, P.R.O. (ufficiale per le pubbliche relazioni ?) del gruppo continuerà a essere il capo editore e “copy boy” insieme al sergente Haggland del 37° che rappresenta tutto il suo staff.”

(HQ, 17th Bombardment Group, 11dicembre 1943)

“I preparativi per la festa e il ballo degli ufficiali sono in corso e mercoledì sarà la grande notte. Tutto è pronto per quella che si trasformerà in una caccia accanita (alle donne, N.d.T.) prima che la notte volga al termine. La sala ricreazione della truppa è stata sistemata in modo eccellente e questi giorni è un posto molto frequentato... Alcuni nostri uomini sono dovuti andare a Foggia per un processo. Il tenente Fitzgerald come accusato, per alcuni disordini avvenuti ad Algeri. In febbraio, il maggiore Fast come testimone e il capitano Edgar come pubblica accusa.
Al ritorno faranno sosta a Napoli per imbarcare alcune ragazze della Croce Rossa per il nostro party del 14.”

(Thunderbird, 12 giugno 1944)

“Il 12 giugno un nostro aereo trasferì a Napoli 3 ufficiali che dovevano assistere a un processo: il maggiore Fast e il capitano Edgar come testimoni e il tenente Fitzgerald come accusato. Al ritorno avevano a bordo sei ragazze della Croce Rossa americana che avrebbero dovuto allietare il party organizzato dagli ufficiali per il 14. Purtroppo, l’aereo si inabissò nei pressi delle coste sarde. Dopo alcuni giorni di ricerche fu evidente che non c’erano superstiti e io realizzai che non avrei più avuto accanto a me il maggiore Fast il mio migliore amico.”

(da: …IN THE CESSPOOL OF POWER – The autobiografy of Frank P. Carnese, di Frank. P.Carnese e Rosalie Tornello, a spese dell’autore, pag. 102)

A proposito di questo incidente, Emilio Nuscis ricorda:

“Stavo proiettando un film quando fui raggiunto da Bob Slocum che mi disse.: Hai sentito Emil, l’aereo del maggiore Fast è precipitato. Tutti morti…Kapput…anche il capitano Edgar…Al che io mi rattristai molto perché conoscevo bene il capitano Edgar che mi aveva aiutato in varie occasioni, e alcune lacrime solcarono le mie guance. Vedendomi così triste Bob cercò di consolarmi: Non piangere, Emil. Vedrai presto avremo un altro capitano e tutto andrà bene come prima. Evidentemente non riusciva a realizzare che io piangevo non per il capitano ma per la persona alla quale ero molto affezionato.”

“Grande party della truppa stanotte. Suonava l’orchestrina del 345th Service Group e le ragazze (di ogni taglia e tipo) provenivano da ogni parte dell’isola. C’erano anche tre ragazze della Croce Rossa (americana). A disposizione, una grande quantità di birra, rum e coca cola per tutti coloro che avevano voglia di bere, e qualcuno ha avuto necessità di essere aiutato per raggiungere il proprio alloggio.
I civili (locali) sembravano essere eccezionalmente affamati e qualcuno è stato visto mettere da parte cibo, soprattutto pane, per le necessità future. Alcuni dei più anziani si sono lasciati prendere dall’entusiasmo e si sono buttati sull’insalatiera più grande, dove c’era l’insalata di patate, usando le mani senza aspettare che arrivassero gli arnesi per mangiare. Comunque, è stato un grande successo.
Un ringraziamento agli ufficiali che hanno messo a disposizione il loro club e ai soldati del comitato organizzatore.
Oggi la maggior parte degli uomini si sta riprendendo dalla baldoria di ieri, e poiché è anche giorno di paga, più o meno è anche giorno di vacanza per tutto lo squadrone.”

(Thunderbird, 4 agosto 1944)

Militari americani in balloMa, evidentemente, non ci poteva essere una festa ogni giorno e poiché gli uomini non dovevano attardarsi troppo a pensare (cosa questa che avrebbe potuto far cadere in depressione non poche persone), ogni giorno c’era una qualche attività diversa.
Poteva essere una partita di basket piuttosto che una di softball o di ping pong, discipline per le quali erano stati predisposti dei tornei tra le formazioni dei vari squadroni.
Per il nuoto era stato, addirittura, organizzato un torneo del Mediterraneo con qualificazioni ad Ajaccio e finale a Roma. Per la box invece, le finali si svolsero a Napoli.
Era stata messa su una libreria, per la quale ognuno aveva messo a disposizione i propri libri e quindi chi voleva poteva prendere in prestito un libro. C’era anche un gruppo teatrale iscrivendosi al quale, si poteva partecipare a lezioni di recitazione. Oppure si poteva partecipare a conferenze su vari argomenti: pronto soccorso, meccanica dei bombardieri, lezioni di italiano ecc. Era stata tentata anche una conferenza sulla morale, ma quest’ultima ebbe poco successo:

“Oggi c’è stata una conferenza sulla morale che si è risolta in una sessione di masticazione di chewing gum: gli uomini sono sotto le armi da troppo tempo per lasciarsi impressionare da queste cose.”

Thunderbird, 7 marzo 1944


Per gli ufficiali c’era il torneo di bridge mentre la truppa doveva accontentarsi della sala bingo messa su da un commilitone intraprendente;

-“ L’ultima scoperta per vincere la monotonia è il bingo. L’organizzatore è Pisconowicz. La sua sala bingo è giusto a Nord della latrina truppa.

Thunderbird, 26 giugno 1944

- o delle lotterie che qualcuno, ancora più intraprendente, organizzava sulla data dello sbarco in Normandia e sulla fine della guerra.
A esibirsi a beneficio dei soldati, ogni tanto arrivava qualche star dello spettacolo o dello sport. Grande delusione per la comparsa di Joe Louis che tenne un fervorino augurandosi una prossima fine della guerra e la cui esibizione fu poco più che simbolica.
In un primo periodo, gli uomini degli equipaggi di volo venivano congedati dopo 40 missioni, ma questa consuetudine venne sospesa a marzo del 44, poiché a causa delle frequenti perdite c’era scarsità di equipaggi addestrati.
Per questo motivo si preferiva mandare gli uomini ai così detti campi di riposo di Roma, Napoli e altre amene località dove potevano trascorre alcuni giorni per ritemprarsi. Roma era senz’altro la meta più gettonata.
Comunque ogni tanto qualcuno veniva rimandato negli Stati Uniti:

“Gli uomini che tornano a casa cercano di imboscare soprattutto giubbotti e occhiali da sole ma al posto di sbarco a Casablanca vengono controllati e gli ispettori gli lasciano solo gli effetti personali e gli abiti che hanno addosso.”

Thunderbird

Il fronte si spostava sempre più a Nord e agli inizi di settembre iniziarono a correre voci di un prossimo trasferimento. Tutti iniziarono a diventare euforici poiché si dava per certo che la nuova destinazione sarebbe stata in Francia o sulla penisola italiana, chi sa magari vicino Roma. Grande fu la delusione quando fu chiaro che la nuova meta era invece la Corsica.
La Corsica aveva una brutta fama presso le truppe alleate e poi, tutto sommato, questi uomini qui ha Villacidro si erano costruito un loro paese, una loro “Little America” con le loro casette e tutte quelle piccole comodità che difficilmente avrebbero trovato in quest’altra isola. Ma comunque bisognava andare e, come aveva scritto Franck P. Carnese quasi un anno prima alla vigilia della partenza da Djedeida per la Sardegna:

“Ancora una volta dovevamo incamminarci, ancora una volta i camion venivano caricati con le tende piramidali.”

…IN THE CESSPOOL OF POWER – The autobiografy of Frank P. Carnese, di Frank. P.Carnese e Rosalie Tornello, a spese dell’autore, pag. 88

Il primo scaglione degli ausiliari di terra lasciò Villacidro il pomeriggio del 16 settembre, giusto prima del pasto serale. Circa 350 uomini tra soldati e ufficiali, dei quali, 21 dei quali appartenevano al quartier generale del gruppo, furono caricati su camion diretti al porto di Cagliari. Come da copione, finiti di caricare i camion, arrivò la pioggia che, per fortuna non durò a lungo. Lo scaglione era diretto alla nuova base di Poretta, in Corsica, al comando del maggiore Witherspoon.
Al porto di Cagliari i camion e gli uomini furono imbarcati su alcuni LST. Trascorsa la notte al porto di Cagliari il convoglio l’indomani mattina potè iniziare il suo viaggio di trasferimento. Costeggiata la Sardegna, e scortato da un cacciatorpediniere, finalmente, dopo circa sette ore di navigazione le navi arrivarono al porto di Bastia. Furono necessarie alcune ore prima che tutti i mezzi fossero sbarcati e infine la colonna di camion potè iniziare il trasferimento da Bastia a Poretta, distante solo 13 miglia
Il primo scaglione arrivato alla nuova base iniziò subito a lavorare nell’allestimento degli accampamenti e della sezione amministrativa. Gli squadroni furono sistemati quasi attaccati l’un l’altro, a Ovest del quartier generale. Lasciate le casette di Villacidro, gli uomini dovettero adattarsi nuovamente alle tende. I reparti S-1, S-2, S-4 e il centro messaggi trovarono sistemazione a Ovest del campo di volo, nella casa del precedente proprietario di quest’area. S-2 e il reparto trasporti in una grande stalla a Nord del primo edificio. Il reparto fotografico a Est di questo al di là del piazzale.

Nel mentre il secondo scaglione, comando ed equipaggi da combattimento, iniziò a prepararsi per partire al più presto.
Le telescriventi, eccetto quelle dell’S-3, furono disattivate e tutto era pronto per la partenza, in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo.
Finalmente il 21, fu possibile partire. Il secondo scaglione con i suoi uomini, i suoi aerei e tutto l’equipaggiamento per poter operare subito dalla nuova base, si levò in volo dal campo di Trunconi.
A Villacidro restarono solo due ufficiali e alcuni soldati per finire di sbarazzare le aree precedentemente occupate.
Il 25 settembre, finito il loro lavoro, anche questi uomini caricarono le loro tende e il loro equipaggiamento su alcuni camion e, via mare, raggiunsero i loro commilitoni.


Anche il 51th Service Squadron, naturalmente, dovette trasferirsi per continuare a fornire i suoi servizi al 17° gruppo.
.Dal diario del gruppo:

“Dopo due mesi di voci incontrollate finalmente è arrivato il giorno del trasferimento e il 20 del mese, utilizzando due affidabili anche se non aggraziati LST, abbiamo lasciato la Sardegna per la più verde e, speriamo, più pulita isola di Corsica.
Ci siamo imbarcati nel porto di Cagliari la notte del 20 e siamo partiti l’indomani mattina. Abbiamo trascorso la notte del 21 in mare e per fortuna il mare era molto calmo e siamo entrati nel porto di Bastia a metà pomeriggio del giorno seguente. Tutto il personale è arrivato alla fine del viaggio senza nessuno degli inconvenienti che solitamente accompagnano un viaggio in mare. Al nostro arrivo siamo rimasti favorevolmente impressionati dalle grandiose e fittamente alberate montagne della Corsica anche se alcune voci ci avevano informato su altri aspetti dell’isola non altrettanto piacevoli.
Dopo un veloce sbarco ci siamo incolonnati in convoglio e dopo 15 miglia di strada siamo arrivati all’aeroporto di Poretta dove abbiamo cominciato a scaricare le tende. E così è cominciata la nostra nuova vita in Corsica.
L’area dove piazzare il campo era stata scelta dal M/Sgt. Rodgers e dal T/Sgt. Broussard che erano stati inviati lì una settimana prima con questo specifico compito. La scelta è stata ottima: il posto prescelto è situato al confine e a Sud-Ovest dell’aerodromo, a contatto con il 24° squadrone, in un dolce declivio a circa cento iarde da un rapido e trasparente ruscello di quelli che vengono descritti nei libri. Vista la stagione abbiamo subito iniziato i preparativi per l’inverno.
In questo mese, a causa del trasferimento, la nostra attività è stata un po’ rallentata anche se, tuttavia, abbiamo dato la nostra assistenza al 17° sino al giorno precedente la partenza e abbiamo ripreso a lavorare a pieno ritmo già due giorni dopo il nostro arrivo alla nuova base.
Poiché supponiamo di dover trascorre l’inverno qui abbiamo iniziato a dare una spolverata al nostro francese e gettare del cemento per rendere più confortevoli i pavimenti delle tende.
Guardiamo con speranza al futuro e ci auguriamo che nel mese prossimo vengano compiti altri passi verso la fine della guerra, cosicché, stufi come siamo della guerra, ci sia consentito di tornare nuovamente nella Terra Promessa, gli Stati Uniti D’America”

19 settembre
Stamattina presto abbiamo cominciato a caricare sui camion il resto del nostro equipaggiamento in modo di essere pronti a partire per il porto di Cagliari, alle 18 in punto.
Gli uomini del reparto trasporti hanno eseguito gli ultimi controlli ai loro veicoli e ognuno ha il suo bel da fare.
Gli uomini del distaccamento di Elmas sono arrivati la notte scorsa e hanno dormito nella sala ricreazione.
Poco prima delle 16 quando eravamo pronti a partire, abbiamo ricevuto una chiamata dal comando del 310° per comunicarci che la partenza era stata rimandata a domani. Disgustati e delusi in fretta e furia abbiamo piazzato alcune tende giusto in tempo per ripararci da un acquazzone.
Stanotte molti uomini, approfittando del rinvio, sono andati al teatro del 17° per assistere allo spettacolo di Bebe Daniels.

20 settembre
Ci siamo alzati alle 5 del mattino per poter essere al porto alle 9. Abbiamo ripiegato le poche tende piazzate ieri notte e quindi siamo rimasti in attesa dell’ordine di muoverci che però è arrivato alle 13,30. Siamo subito partiti e alle 16 abbiamo iniziato a caricare i nostri camion con l’equipaggiamento a bordo dell’ LST n. 494. L’imbarco è andato avanti senza inconvenienti ed è terminato poco prima di mezzanotte.
I nostri cuochi hanno servito il caffè per gli uomini imbarcati dopo che il First Seargent ha fatto l’appello per essere sicuri di non lasciare qualcuno a terra siamo potuti andare a letto. Poiché non c’erano cuccette sufficienti per tutto il personale alcuni uomini hanno dormito nel ponte superiore e altri sono rimasti nella stiva .
21 settembre
Il nostro convoglio di sei LST e un cacciatorpediniere di scorta, avendo lasciato il porto durante la notte, ha potuto iniziare il suo viaggio alle sette del mattino.
Siamo stati fortunati a trovare un mare molto calmo e coloro che avevano sofferto il mal di mare da Biserta a Cagliari hanno gradito molto la cosa.
Il Sgt. Lilly ci ha letto il regolamento di bordo e subito dopo che sono state piazzate le sentinelle ai vari ponti, abbiamo preso i nostri posti e sono iniziate gli inevitabili giochi di carte.
A colazione dolci caldi e a pranzo spezzatino di maiale.

22 settembre
La mattina è trascorsa tranquilla in navigazione lungo le coste della Sardegna e della Corsica. Qualche ora dopo, tre navi del convoglio si sono dirette verso riva mentre le rimanti, sempre scortate dal cacciatorpediniere, hanno continuato nella loro rotta verso Nord sino alle 14 quando siamo arrivati nel porto di Bastia, Corsica.
In appena due ore siamo riusciti a completare e senza inconvenienti lo sbarco dei mezzi e dell’equipaggiamento. Non appena sono scesi dalla nave il nostro convoglio di camion si è diretto verso la nostra nuova “casa” presso l’aerodromo di Poretta, tredici miglia da Bastia.
Durante il tragitto un nostro mezzo ha perso una ruota ma gli uomini l’hanno rimessa a posto e siamo stati in grado di procedere sino alla base.
Siamo stati accolti da Nowlin e Broussard che ci hanno aiutato a trovare le aeree dove sistemare l’accampamento e i vari dipartimenti.
Alcuni aerei del 17° stanno già operando da questo campo e, appena finito di piazzare alcune tende, il nostro servizio rifornimento ha avuto la prima richiesta di carburante e gli uomini hanno dovuto lavorare sodo sino a notte inoltrata in modo che gli aerei fossero pronti a decollare l’indomani mattina.

“The Thunderbird Goes To War”, riportiamo le prime impressioni sulla Corsica e le ultime sulla Sardegna:

“In Corsica saremo stati solo 55 giorni. Il trasferimento sembrava essere proprio uno di quelli fatti perché non si sa bene dove andare. La nuova base, l’aerodromo di Poretta, si trova a Nord-Est dell’isola, vicino Bastia. A causa dello spazio molto ristretto (soprattutto se paragonato a quello di Villacidro), le tende sono state sistemate ben allineate e il più vicino possibile.
L’area degli ufficiali è separata da quella della truppa solo da uno stretto torrente, su una collinetta alberata.
Le condizioni di vita hanno subito un duro colpo,dovendo ritornare alle tende dopo le casette in Sardegna.
Volare dalla Corsica ha grande vantaggio: le missioni durano molto meno.”

“Una Prima Impressione” di Robert W. Chase

“Dopo un lungo tour di circa 21 mesi, e tante migliaia di miglia attraverso il teatro del Mediterraneo, la prima impressione sulla Corsica fu quella di una foresta primordiale. Dopo i campi sterili di Sedrata, gli uliveti nani di Djedeida e il paesaggio punteggiato da arbusti e cespugli di Villacidro, la nostra nuova base assomigliava a piccolo giardino.

Gli alberi e i ruscelli avevano i loro svantaggi, come presto imparammo, perché le zanzare sembravano aver scelto la nostra zona per tutte le loro riunioni. Ma l’aspetto primaverile di questa nuova base non era la sola cosa a renderla raccomandabile.

Gli abitanti dell’isola sembrano più puliti, sembra che abbiano un maggior rispetto di se stessi che i nostri precedenti vicini. Non ho ancora visto civili nella nostra zona e non siamo continuamente infastiditi dall’accattonaggio e dai furti, che erano diventati un male accettato per la nostra vita oltreoceano.
Le case sono migliori che in Sardegna e, inoltre la gente sembra sia a conoscenze delle meraviglie che un po’ d’acqua e sapone sono in grado di fare. Bastia è la prima città straniera che ho visto ( o meglio che ho odorato) che non ha odore di “straniero”.

Per quei membri delle forze armate che amano sollevare la bottiglia, sembra che la Corsica abbia fornito di bar ogni angolo di strada, sia nelle città che nelle campagne.

E un miglioramento degno di essere citato è evidente in un altro genere di necessità per i soldati: le donne. Le ragazze qui sembrano aver realizzato che i vestiti possono essere attraenti, e tutte loro indossano il più semplice dei vestiti in una maniera tale che un uomo non può non diventare strabico.

Nonostante tutti i mal di pancia che abbiamo patito perché dovevamo lasciare la Sardegna, io credo che qui staremo meglio che nell’altra isola.”

 

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